giovedì 28 marzo 2013

La fine della guerra in Trentino


Riprendendo le vicende della guerra in Trentino, ci resta da ricordare che nella primavera del 1944 viene creato il Corpo di Sicurezza Trentino (C.S.T.) con giovanissimi di diciotto, diciannove anni, uno ogni cento abitanti per comune. Formano tre battaglioni con ufficiali tedeschi, per il mantenimento dell'ordine pubblico. 
Fino al termine delle ostilità, il Trentino viene a trovarsi in una situazione abbastanza tranquilla. Naturalmente, se fu facile escludere le pretese della Repubblica Fascista di Salò, la convivenza con l'autorità tedesca creò non pochi problemi, ma anche nel Trentino si faceva strada una volontà nuova, di liberarsi cioè da ogni regime totalitario. Il Comitato di Liberazione Nazionale, sorto a Roma nell'autunno del 1943, trova simpatizzanti anche nel Nord, soprattutto nelle formazioni partigiane che propugnano un'Italia libera e democratica. 
I tedeschi reagiscono anche nel Trentino con rastrellamenti, internamenti e fucilazioni. Fortunatamente arriva il 2 maggio 1945, con il crollo delle loro forze in Italia e poi, il 7 maggio, con la resa incondizionata della Germania nazista. 
Sull'Europa occidentale, libera dalle dittature fasciste, ritornano la libertà, la pace e la speranza e una volontà nuova dei popoli di gestire direttamente il loro destino. 
La Seconda Grande Guerra ha fatto cinquantacinquemilioni di morti. Il generale William Schermann, uno dei protagonisti della guerra civile americana, in un discorso pronunciato nel 1879 ebbe a dire: «La guerra è nel migliore dei casi una barbarie. La sua gloria è una favola. La guerra è un inferno». Purtroppo vi sono ancora europei che, dopo due guerre mondiali, non l'hanno capito. 
Lorenzo Dalponte 

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