giovedì 4 aprile 2013

Il nostro laboratorio linguistico


Annuario del Collegio arcivescovile di Trento 1967/1968, n. 34, p. 54-55

E dedicato al nostro defunto insegnante di lingue moderne, Prof. Visintin don Cesare, che poco prima della sua improvvisa morte ne aveva caldeggiato la realizzazione. 
Un laboratorio linguistico era da tempo un grande sogno, ma sembrava irrealizzabile, perché l'Amministrazione non poteva venir ulteriormente aggravata da altri oneri finanziari. Il costo era di 7 milioni circa. Dove prenderli? Si stese la mano ad amici dell'Istituto, a sacerdoti anziani, e la risposta incoraggiante non mancò. Accanto all'offerta di 15.000 L., arrivò quella di 50.000 L. e di 500.000 lire. E così dopo tre anni di silenziosa colletta (non ancora ultimata), siamo ora in grado di offrire ai nostri alunni il mezzo più efficace e moderno per l'insegnamento delle lingue straniere. 
Come il tradizionale laboratorio di fisica o di chimica serve per fare svolgere all'insegnante e agli allievi esercitazioni od esperienze di fisica o di chimica, così il laboratorio di lingue è costituito da una aula attrezzata con apparecchi elettronici speciali per permettere, soprattutto agli allievi, di realizzare un'esperienza fonetica o linguistica quasi perfetta. 
Il laboratorio è costituito da un tavolo insegnante e da un certo numero di posti allievo disposti secondo la tradizionale disposizione dei banchi in una aula scolastica. Il tavolo insegnante è munito di due registratori che hanno lo scopo di registrare e quindi di riprodurre un testo di esercitazione della lingua da studiare. Inoltre il tavolo insegnante è corredato da una serie di pannelli di comando che permettono all'insegnante di comunicare contemporaneamente con tutti i posti allievo o di inserirsi individualmente con ciascuna cabina, per seguire il lavoro di ogni singolo allievo indipendentemente dagli altri. Difatti ogni allievo dispone di una apposita cabina fornita di uno speciale registratore a doppia pista parallela e indipendente. 
Alla cuffia di ciascun allievo giunge il testo fonetico di esercitazione trasmesso dal tavolo insegnante, nella cui formulazione si segue una regola semplice e fondamentale: l'insegnante cioè trasmette una frase o una proposizione od un quesito linguistico, lascia una pausa di silenzio sufficientemente ampia per permettere agli allievi di inserirsi rispondendo al quesito posto. 
L'allievo quindi incide la sua esercitazione nell'apposita pista riservata e riascolta il proprio nastro magnetico percependo in cuffia sia il testo dell'insegnante riprodotto nella pista principale, sia la propria traduzione. Da qui una naturale e logica comparazione tra il livello del proprio lavoro rispetto al modello che l'insegnante ha fornito. 
Ogni ulteriore esercitazione dell'allievo va sempre ad incidersi nell'apposita pista annullando automaticamente la registrazione precedente e senza che la registrazione del testo principale venga alterata. Quindi l'allievo può esercitarsi tutte le volte che lo desidera, nel proposito di migliorare la sua traduzione. 
Ci sembra superfluo aggiungere che è ormai scientificamente provato che solo con l'ascolto e con la ripetizione, cioè con il dialogo attivo si può raggiungere un'acquisizione quasi perfetta nella capacità di capire ed esprimersi in una lingua nuova. Tale capacità si manifesta più rapidamente e spontaneamente perché l'allievo non riceve l'impressione di essere continuamente sotto un controllo spesso inibitore e non è più tenuto a dimostrare i progressi (e gli errori) fatti a tutto l'uditorio dei compagni di classe. 
Si tenga presente che l'allievo, come è già stato accennato, pur essendo isolato funzionalmente da tutto il resto del sistema, non è abbandonato a se stesso, poiché l'insegnante, dal suo tavolo, si inserisce opportunamente mediante un sistema interfonico, con le cabine degli allievi e controlla il loro lavoro senza che questi si accorgano di essere controllati e quindi può aprire un discorso per aiutarli a superare certe difficoltà ed a correggerli. 
È evidente che nel laboratorio linguistico può essere sviluppata qualsiasi altra didattica per materie nozionistiche e informative. Serve benissimo p.e. a correggere manchevolezze di pronuncia anche nella lingua materna, può servire per la traduzione simultanea, per lo studio della stenografia e per la dattilografia. 
L'uso del laboratorio linguistico costringe anche l'insegnante ad una revisione radicale del proprio modo di insegnare, ad un vero aggiornamento della propria metodologia. Il lavoro in laboratorio va svolto con somma cura e con meticolosità. La lezione preregistrata deve essere chiara e nitida, con pause opportune, né troppo lunghe né troppo brevi, e deve essere opportunamente dosata, perché esige uno concentrazione ed una attenzione grandi da ogni singolo alunno: ognuno è obbligato a lavorare continuamente! 
Siamo felici di mettere a disposizione dei nostri alunni questo laboratorio perché l'interesse e la necessità d'una sufficiente conoscenza, specie della lingua inglese e tedesca, in un mondo che va facendosi sempre più piccolo, sono oggidì fortemente sentiti. Spetta al loro impegno e alla loro buona volontà servirsene opportunamente. 
IL DIRETTORE 

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