venerdì 1 febbraio 2013

Don Lorenzo Guetti (1847-1898)


Annuario del collegio arcivescovile di Trento 1980/1981, n. 47°, pp. 28-31

DON LORENZO GUETTI 
(1847- 1898) 
A Vigo Lomaso, in Val Giudicarie, all'imbocco della piazza centrale, sulla facciata della famiglia cooperativa sta una lapide commemorativa con questa scritta: 
DON LORENZO GUETTI 
PADRE E FONDATORE 
DELLA COOPERAZIONE TRENTINA 
1847 - 1898 
I COOPERATORI DELLA SUA TERRA 
DEDICANO 
In poche parole è già detto molto di don Lorenzo Guetti! 
Alcuni cenni biografici sono però necessari per capirne meglio la personalità e l'opera. 
Nacque a Vigo il 6 febbraio 1847, da Girolamo e Rachele Molinari, in una povera famiglia contadina, primogenito di due sorelle e undici fratelli. 
Con l'aiuto di due zii sacerdoti, don Pietro e don Lorenzo, nel 1863 poté iscriversi alla prima classe del Collegio Vescovile di Trento, aperto quell'anno per la prima volta dal Vescovo Benedetto de Riccabona, in Via Lunga (ora Via Roma). 
Nel 1866 entrò nel Seminario teologico e nel 1870 venne ordinato sacerdote. Celebrò a Vigo Lomaso la sua prima Messa e fu destinato poi come cooperatore a Terragnolo, che è uno dei paesi più poveri del Trentino. Vi rimase sette anni, in una cura d'anime disagevole e difficile, perché Terragnolo è formato di trentasei frazioni sparse qua e là su ripidi pendii, in un ambiente segnato allora di miseria e anche di fame. "Terragnolo strazzapreti" restò il detto tra il clero trentino. 
Nel 1885 viene nominato curato alla Quadra di Bleggio. Ed è lì, che nel 1890, e precisamente a S. Croce di Bleggio, crea la prima Società Cooperativa di smercio e consumo
A Quadra di Bleggio, due anni dopo, fa nascere la prima Cassa Rurale del Trentino
Nel 1893, trasferito parroco a Fiavè, fonda la seconda Cassa Rurale. Due anni dopo, a Trento, il 20 novembre 1895, nasce la Federazione dei Sodalizi cooperativi, e don Lorenzo Guetti ne è il primo Presidente. 
Era già stato eletto deputato nell'anno 1891 alla Dieta di lnnsbruck (Landtag) dal Collegio delle Giudicarie, quando con una clamorosa votazione popolare nel 1895 viene eletto deputato al Parlamento di Vienna (Reichstag.) 
Muore a Fiavè, all'età di 51 anni, il 19 aprile 1898, colpito da un male incurabile, che accettò con cristiana rassegnazione. 
Una imponente folla di popolo, lunga due chilometri, accompagnò al paese natio la sua salma, volendo ancora una volta testimoniare riconoscenza ed affetto a questo prete-contadino, profondamente legato alla sua terra e alla sua gente. 

ATTIVITA': cura dell'emigrazione 
Un anno prima di morire aveva scritto: "Nato contadino e sempre vissuto tra contadini, provai le loro miserie e conobbi le loro croci e vessazioni, indovinai i loro bisogni e cercai di aiutarli. Le società che nel nome di Dio cercai di introdurre fra il popolo, ebbero il santo scopo di sollevarlo da tante miserie". (Voce cattolica, 1897, n. 61). 
Merita pertanto vedere più da vicino come don Guetti cercò di aiutare i nostri contadini. Nella seconda metà del secolo scorso la situazione economica di gran parte della popolazione trentina era disastrosa. Molta gente non era più in grado di risolvere al paese natio il problema più elementare, quello della fame, e cominciò ad emigrare. Anche tre fratelli di don Guetti partirono per il Nord-America. 
Egli, così sensibile alle difficoltà della sua gente, studiò presto con attenzione premurosa il fenomeno dell'emigrazione. 
Con lo pseudonimo di "Renzo" intervenne più volte sull'argomento con articoli apparsi su "La Stampa cattolica", analizzando, con profonda umanità ed anche con acutezza d'osservazioni, questo fenomeno, che, a macchia d'olio, risaliva le valli. Ne sottolineava i pro e i contro, suggerendo iniziative in loco e anticipando, su un piano regionale, proposte che solo cent'anni dopo trovarono attuazione. 
"Una troppo dura necessità costrinse molti dei nostri ad abbandonare per sempre la patria Trentina, divenuta per essi sterile nutrice e senza loro colpa", scrive don Guetti. "Sebbene all'appa-renza uscisse dalle loro labbra il canto della partenza "Vos tu venire in Merica", pure stuonava ai battiti de' loro cuori, i quali sanguinavano al distacco dalla Patria, dai parenti, dagli amici! Il povero nostro cuore è ancora ferito da quelle scene strazianti!". 
E formulava una lungimirante pro-posta, l'istituzione di un Comitato Trentino d'Emigrazione, con sede in Trento, "avente giusta statuto eventuale, rappresentanti in ogni valle e nei posti di partenza e di arrivo affine di dirigere e di proteggere gli emigranti nella partenza, nell'arrivo e nella permanenza, formando così una rete sicura da difenderli da ogni ingrata sorpresa e conseguire per tal modo più felicemente lo scopo della loro emigrazione"1
Del Comitato non si fece nulla, probabilmente perché don Guetti morì troppo presto. Ma l'idea non morì, superò due guerre e trovò altri uomini sensibili al problema dei nostri emigranti: il 28 luglio 1975, la Provincia Autonoma di Trento con legge provinciale numero 27 istituì, accanto all'Associazione Trentini nel mondo, "la Consulta Provinciale dell'Emigrazione". 
Il sogno di don Guetti trovava opportuna realizzazione. 


COOPERATIVE E CASSE RURALI 
Lo studio dell'emigrazione e l'analisi delle sue cause spinsero don Guetti a cercare risposte concrete alla drammatica crisi economica che investì il Trentino dal 1870 al 1890: erano fallimentari l'allevamento del baco da seta e la relativa industria, la peronospera e la crittogama danneggiavano gravemente le culture della patata e della vite, due terribili inondazioni nel 1882 e 1885 causarono enormi danni alle culture di numerosi paesi di montagna. 
Don Guetti vide un'ancora di salvezza nella cooperazione e nella solidarietà sociale. Come parroco, al Bleggio, gli riuscì di unire la povera gente in una "Società Cooperativa di smercio e consumo", chiamata in seguito con il nome di "Famiglia Cooperativa" quasi a legare i soci in vincoli fraterni. Lo scopo era di fornire a prezzi di quasi puro costo, ai soci e alle loro famiglie, le merci e gli strumenti necessari alla vita e al lavoro. 
Scriverà più tardi: "In ogni paesello ben amministrato non dovrebbe mancare, oltre la chiesa e la scuola, anche la Cassa Rurale e la Cooperativa. La Cassa Rurale serve prima di tutto a insinuare perfino nella tenera gioventù, l'amore al risparmio, e poi ci prepara nelle critiche circostanze della vita pronto quel denaro che ci occorre nei più urgenti bisogni, senza cadere fra le unghie dell'usuraio e senza dover ascendere ripetutamente tante scale più o meno signorili, La Famiglia Cooperativa poi ci porta in paese al minor costo possibile quei generi di cui abbisognamo per vivere, e più ancora essa procura di smerciare con maggior vantaggio quel poco di derrate o altro che avessimo in più".2
Alla sua morte, nel 1898, cioè a meno di sei anni dalla creazione delle prime cooperative e casse rurali, erano sorte nel Trentino 169 Famiglie Cooperative e 60 Casse Rurali, con oltre 20.000 soci. 

CULTURA POPOLARE 
Anche la promozione umana e culturale della nostra gente è nel programma di don Guetti. "Vicino alla sede della Cassa, ovvero nel paese, in luogo qualsiasi, si prenda in affitto un locale, possibilmente spazioso, nel quale si possano tenere le adunanze sociali della Cassa Rurale medesima e che possa servire da circolo sociale. 
Sarà fornita di mezzi di riscaldamento e di illuminazione, di tavoli e di sedie, e di buoni libri e giornali cattolici o patriottici ... 
Assieme alla lettura succederà la convocazione gioviale e caritatevole quale sa farla, se vuole, il nostro popolo"3
Come si vede dai vari brani citati, don Guetti scrisse in uno stile semplice, agile e brioso. Scrisse come un giornalista sugli organi di informazione dell'epoca, firmandosi col nome di Mentore nell'Almanacco Agrario, col nome di Rusticus nel Bollettino del Consiglio Provinciale dell'Agricoltura, di Renzo nella Voce cattolica, di Montanaro nella Famiglia Cristiana. Lo scritto era un colloquio franco ed immediato con il lettore contadino, basato su immagini e considerazioni che nascevano quasi spontanee dalla vita di famiglia, dal lavoro dei campi, dall'avvicendarsi delle stagioni. Voleva informare e formare la sua gente ad amare il lavoro, a non temere le difficoltà, ad aver fiducia nella Provvidenza. 

CURA D'ANIME 
Un aspetto va ancora ricordato di don Lorenzo Guetti, quello più intimo e personale di sacerdote in cura d'anime. E' ammirevole, per esempio, la meticolosità con cui segnava i registri sacri con l'indicazione esatta delle intenzioni delle Sante Messe ed i particolari del decesso dei parrocchiani defunti. Si sa che la canonica era letteralmente assediata da gente che chiedeva il suo aiuto e il suo consiglio, perché egli voleva essere sacerdote e il confidente di tutti. Tra i poveri, visse povero e morì povero! Quando poi il medico gli espresse la gravità del suo male (un carcinoma al fegato), non si turbò molto. 
"Signore — disse — se vedete che posso fare un po' di bene al prossimo, lasciatemi qui; altrimenti prendetemi, chè sono contento". E pochi momenti prima di morire, ad alcuni amici che erano attorno al suo letto, sussurrò: "In cielo pregherò per tutti, affinché omnes et singuli salvi fiant". 
Nel suo testamento spirituale, tra le tante commoventi considerazioni espresse, troviamo un suo pensiero che è un monito anche nel 1981: "Il nostro Trentino ha bisogno di unione e non di discordia, di lavoro assiduo che aumenti le poche forze che possiede e non le diminuisca, di azione caritatevole che colleghi in uno tutti i ceti di persone!". E' un messaggio di unità e di fratellanza che vale anche per noi. 
L'80° della sua scomparsa fu ricordato a Trento, il 10 dicembre 1978, con una solenne e plebiscitaria manifestazione presso la Federazione Consorzi Cooperativi, in via Segantini, con una Santa Messa celebrata in quel salone dal nostro Arcivescovo Mons. A. M. Gottardi, che richiamò ai mille e più cooperatori presenti la figura di don Lorenzo Guetti, "uomo di fede semplice e schietta, degnissimo figlio di questa nostra terra trentina, espressione eloquentissima della carità evangelica". Il Collegio Arcivescovile lo vuole ora ricordare, nell'Annuario del 1980-1981 perché egli è stato, nel lontano 1863, uno dei primi 19 alunni. Con lui c'era pure Giacomo Bresadola.

1. GUETTI DON LORENZO, Statistica dell'Emigrazione per l'America avvenuta nel Trentino dal 1870 in poi. Compilata da un Curato di Campagna, Monauni, Trento, 1889
2 Almanacco Agrario, TN, 1895, pag. 168. 
3 Almanacco Agrario, 1896, pag. 168. 

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