Omelie
preparate per la ricorrenza di San Sebastiano a Mezzocorona e Trento
Nord
TERZA
DOMENICA ANNO C
domenica
23 gennaio 2001
Siate
sempre i benvenuti a questa eucaristia domenicale anzitutto voi,
fedeli parrocchiani. Ogni domenica vi riunite qui numerosi, come
fratelli e sorelle di una bella comunità di credenti. Con il segno
della Croce, fatto con l'acqua benedetta all'ingresso della Chiesa e
con la recita dell'atto penitenziale del "Pietà, Signore!"
avete purificato mente e cuore per essere degni del memoriale
eucaristico che ora rinnoviamo.
Il
campione svizzero di sci Pirmin Zurbriggen che in una impegnativa
domenica di gare era preoccupato di non perdere la Santa Messa, a due
amici un po' meravigliati di questo suo cruccio, disse: "Io sono
affascinato della Messa, perché ne ho capito l'immenso valore: è
Cristo Salvatore che torna a noi, che torna a me. E me ne viene ogni
volta una grande serenità, una grande pace".
Oggi
abbiamo letto un brano evangelico che abbina due introduzioni: quella
dell'evangelista al suo libro e quella di Gesù che annuncia il suo
ministero.
Il
corrente anno liturgico è l'anno di Luca. Per trenta domeniche
sentiremo leggere durante la messa "dal Vangelo secondo Luca".
Luca
è discepolo e compagno di Paolo. Non è un ebreo, è un greco
convertito, innamorato del Dio di Israele e della sua storia. Egli
scrive in un greco letterario che regge il confronto con le più
belle pagine della letteratura classica, è poi medico e scienziato
che vuol fare ricerche accurate su ogni circostanza della vita di
Gesù, "fin dagli inizi, per darne un resoconto ordinato";
è anche un artista e la tradizione gli attribuisce tre volti della
Madonna ed è così curato nei particolari che ha ispirato i
capolavori di artisti quali Giotto e Raffaello e di un musicista
quale fu Händel.
Scrive
un Vangelo da storico coscienzioso; narra episodi veramente successi,
perché vuole testimoniare che Cristo Gesù non è un'idea, una
figura evanescente, un mito: per lui Gesù è una realtà, è un uomo
che entra nella storia degli uomini per portare loro un messaggio di
salvezza, di vita e di speranza.
L'altra
introduzione è l'inizio della predicazione di Gesù che apre con una
affermazione strabiliante: Gesù è il personaggio misterioso
annunciato dai profeti che viene nel dolore del mondo per liberare,
salvare e guarire. Con lui ricomincia la storia umana, ovvero la
storia della misericordia di Dio che scende a far nozze con
l'umanità.
A
questo punto mi permetto di esprimere un saluto cordialissimo agli
Schützen qui presenti fra noi nel ricordo del loro Santo patrono
Sebastiano, la cui festa liturgica si celebra il 20 gennaio.
Nel
fare memoria di questo Santo che decine di Schützenkompanien, al di
qua ed al di là della Alpi hanno scelto come loro Protettore, non
meditiamo su una verità o su un miracolo del Vangelo, ma parliamo di
un giovane ufficiale della guardia pretoriana, vissuto a Roma nel
quarto secolo sotto l'imperatore Diocleziano e martirizzato per aver
testimoniato la sua fede cristiana
Sebastiano
è un eroico giovane martire, cioè un testimone coraggioso della
fede. Martire è colui che avverte il pericolo, sente arrivare la
bufera, non teme di morire, non fugge ma resta al suo posto per il
bene dei suoi fratelli. Perché? Anche i persecutori più feroci
muoiono, muoiono anche i boia. Nella loro prepotenza questi sembrano
vincere, distruggono, uccidono, tengono in mano un martello
micidiale, i cui colpi portano morte. I martiri sono impotenti
davanti a loro, sono come l'incudine, ma questa è più resistente
del martello che battendo si spezzerà nelle mani del persecutore.
I
veri eroi sono i Martiri! Lo sanno i credenti, che li scelgono a
modello, e diventano i nostri benefattori, i mediatori di grazie,
perché tali li rende l'Onnipotente Iddio.
Cari
Schützen! Nei vostri Statuti promettete fedeltà a Dio, alla
famiglia, alla vostra terra. Oggi siete qui per chiedere a San
Sebastiano un aiuto per essere i tenaci e valorosi costruttori del
Regno di Cristo nel mondo.
I
nostri vecchi lo hanno venerato e invocato nei tristi periodi delle
epidemie e quando imperversava la peste, lo hanno pregato nei momenti
del pericolo e lo invocavano fra le fatiche ed i disagi gli
spaccapietre ed i conciatori di pelli. Nel Trentino a San Sebastiano
sono dedicate quindici chiese e trenta cappelle.
Cari
Schützen, nelle nostre difficoltà, invochiamo spesso anche noi
Sebastiano. Lo scrittore polacco Sienkiewicz, nel romanzo Quovadis
ne ha fatto il coraggioso difensore della Chiesa romana. Sia anche il
nostro difensore.
Chiediamo
al Cielo che non ci manchi mai una casa, un lavoro, un pane. Se
fossimo obbligati a vivere senza Dio, senza una casa, senza una
patria ci troveremo in una situazione da disperati.
Preghiamo,
affinché con l'intercessione di San Sebastiano ciò non avvenga mai.
Auguro a tutti voi e ai fedeli qui presenti "Pace, bene e
salute". Amen.
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