Nato a Fucine in Val di Sole nel 1911, dopo la maturità classica nel 1931/32 superò quella magistrale per poter lavorare in valle. Quando scoppiò la guerra e fu richiamato, era sposato da poco. Prese parte alla campagna greco-albanese come tenente del I° battaglione del 138° reggimento di fanteria.
Di ritorno da quel fronte si trovava con il suo reparto nei pressi di Roma, quando, il 1° dicembre 1942, un'improvvisa alluvione travolse le mura di cinta della caserma ove era alloggiato, trascinando nei suoi gorghi numerosi soldati. L'ufficiale Zanella, con prontezza e sprezzo del pericolo, ne trasse in salvo cinque. Mentre spingeva il sesto su un argine sicuro, fu a sua volta investito da una violenta ondata dalla quale non riuscì a liberarsi, probabilmente perché sfinito di forze per l'aiuto prestato. Lo ripescarono a valle, senza vita.
Il Comando gli conferì la Medaglia d'Argento alla memoria.
La stampa, facendo conoscere il suo gesto generoso, uscì con questo titolo: "Nell'albo della gloria!". Probabilmente il tenente Zanella non si preoccupò tanto di questo ma della sua responsabilità di ufficiale verso i suoi soldati. Nelle bellissime lettere scritte alla moglie Maria e ai suoi genitori non si trovano mai espressioni inneggianti alla guerra, ma nobili ed edificanti pensieri come questo: -"Ringraziando Dio, ho avuto sin da piccolo un'educazione cristiana"
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