Nativo di Bolzano, frequentò presso il Collegio Vescovile i tre anni del Liceo, dal 1938 al 1941, perché voleva perfezionarsi nella lingua italiana. Superata la maturità, chiese e ottenne di studiare Teologia nel Seminario Maggiore di Tremo, ma nel 1943 fu chiamato alle armi, perché altoatesino e fu obbligato ad entrare nel corpo delle S.S. (Schutz Staffel), la milizia nazista. Prestò servizio in quel di Bassano del Grappa.
Don Augusto Hoberhofer |
Finita la guerra, tornò in seminario e fu consacrato sacerdote il 29 giugno 1946. Nel 1955 gli fu affidata la cura d'anime di Cardano, vicino a Bolzano, un migliaio di persone per due terzi di lingua tedesca e un terzo italiane. Da quel centro non è stato più trasferito, e sono ben trentotto anni. Favorito anche dalla perfetta conoscenza delle due lingue, don Augusto si fece subito apprezzare per l'assoluta imparzialità verso i due gruppi etnici, con un ministero improntato a profonda carità e umiltà, un prete attivissimo e di vasta e solida cultura. Perfezionò gli studi con una laurea in Teologia presso l'Università di Salisburgo, frequentata con notevoli disagi per non nuocere alla cura d'anime.
Sensibilissimo alla sofferenza e a ogni tipo di miseria, è prontamente vicino a chi tra i parrocchiani è all'ospedale o in qualche difficoltà. Conosce, a Bolzano, le porte di ogni ufficio dell'amministrazione pubblica che frequenta per trarre la sua gente dai pasticci più grossi. I ferrovieri lo considerano il loro cappellano, perché a lungo don Augusto ha istruito i loro figli residenti a Innsbruck, come insegnante di religione. Gli alpini di Cardano lo hanno fatto socio onorario del loro gruppo, regalandogli il cappello con la piuma. Il Commissario del Governo di Bolzano ha ottenuto che don Augusto, per le sue benemerite prestazioni, venisse nominato «Cavaliere della Repubblica Italiana».
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