martedì 26 marzo 2013

L'istituzione dei centri scolastici


Nei primi tre anni di guerra l'attività scolastica si svolse normalmente, anche se turbata dal ripetersi sempre più frequente degli allarmi aerei, dai disagi dell'oscuramento e dalle restrizioni dei generi alimentari. Quasi tutto era razionato: pane, carne, zucchero, olio, caffè, burro e formaggio. Nell'aprile del 1943 una violenta epidemia di tifo colpì i convittori del Vescovile. La malattia fece la sua comparsa un po' dappertutto, anche nelle valli, perché c'era carenza di medicinali molti individui erano debilitati dalla fame e da altre malattie. 
In convitto, a Trento, trenta alunni si ammalarono seriamente di febbre petecchiale e uno di loro, Luciano Fasanelli di Ossana, di quindici anni, morì. 
Dopo il bombardamento del 2 settembre e il conseguente fuggi fuggi della cittadinanza nei sobborghi e nelle valli, la direzione del Collegio decise di abbandonare la sede di Trento e di organizzare il nuovo anno scolastico in zone più sicure e tranquille. Tanto più che un'ordinanza del Provveditorato agli Studi aveva scelto come sede per gli esami della sessione autunnale, da svolgersi con la sola forma orale dal 28 settembre al 1° ottobre, non Trento, ma Pergine. 
Veduta di Trento nel 1925
Di conseguenza, per l'anno scolastico 1943/44, il Collegio aprì in città un'unica sezione della Scuola Media, presso l'Istituto dei Padri Stimmatini e nel convento dei Padri Francescani, e un unico corso del Liceo Ginnasio presso l'Istituto dei Padri Salesiani, in zone, dunque, lontane dalla linea ferroviaria e situate nelle vicinanze dei rifugi antiaerei, scavati nella roccia sotto la strada per la Valsugana. 
Altre sedi furono istituite a Pergine e a Mezzolombardo, con sezioni di Scuola Media e di Ginnasio Liceo, in funzione anche a Cles.
Si tenga presente che tutte queste scuole erano state aperte anche alle ragazze, in località che prima non avevano nessuna scuola media, né inferiore né superiore, nemmeno quella di Stato. A Pergine, non potendo soddisfare tutte le richieste delle famiglie, un insegnante del Vescovile, il professor don Lino Ianeselli, aprì una seconda sezione di Scuola Media per le rimanenti alunne, assumendone la presidenza. 

Tutte le scuole dei quattro centri avevano una sistemazione di fortuna, che imponeva al corpo docente sacrifici di ogni genere: residenziali, anzitutto, perché diversi insegnanti dovevano recarsi almeno in due sedi con mezzi di fortuna o in bicicletta su strade inghiaiate o a piedi quando nevicava; alimentari, perché con le sole tessere annonarie la mensa sarebbe rimasta troppo povera e perciò bisognava premunirsi ed acquistare l'indispensabile presso le famiglie contadine del vicinato o al mercato nero. 
Degna di encomio e di ammirazione nei due anni scolastici 1943/44 e 1944/45 fu l'opera del direttore di allora, monsignor Giuseppe Gabrielli (Predazzo, 1892-Trento, 1988), che tra mille difficoltà seppe far giungere ad ogni sede gli aiuti necessari al funzionamento delle scuole e al sostentamento dei docenti. 
Ad onore di questi ultimi, quasi tutti sacerdoti, va detto che le loro prestazioni non riguardavano solo l'insegnamento, ma davano anche una mano ai parroci locali nella cura d'anime, ricevendo in contraccambio qualche prezioso aiuto materiale. Nella stagione fredda si incontrava l'uno o l'altro di questi sacerdoti, quasi ogni pomeriggio, che andava con un carretto alla ricerca di segatura per il riscaldamento delle aule scolastiche. 
Va anche sottolineato che il comportamento degli alunni in questi due anni di scuola fu lodevolissimo: ne avevano capito il valore, segnavano pochissime assenze, arrivavano puntuali nonostante la distanza, la pioggia e la neve. Assai grande e varia fu pure la riconoscenza delle famiglie. 
Con la fine della guerra, il Collegio, in conseguenza del bombardamento del 13 maggio 1944, si trovò senza sede. La cittadinanza rientrava nelle proprie case e molti alunni dei centri scolastici chiedevano di poter continuare la scuola con i docenti dell'Arcivescovile. La direzione poté trovare presso gli oratori del Duomo e di S.Maria i locali necessari per ospitare i duecento alunni dell'anno scolastico 1945/46. 

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