Alunno
e insegnante dell'arcivescovile durante la presidenza di mons.
Dalponte dell'istituto tecnico commerciale dal 1971 al 1992
“Monsignor
Dalponte fu per me un grande maestro e ricordo di aver vissuto con
lui una grandissima esperienza”
Cosa
si ricorda della personalità di mons. Dalponte?
Era
una persona raffinatissima nei rapporti, addirittura dava del voi.
Usava un' estrema delicatezza nel rapportarsi con le persone. Ricordo
un episodio con un ragazzo a cui avevo dato in pagella voto 5
nonostante la media fosse quella del 5 e mezzo. Mons. Dalponte mi
aveva telefonato il giorno dopo ma impiegai 10 minuti prima di capire
che mi stava richiamando per la valutazione che avevo dato a questo
ragazzo. Ciò a dimostrazione dell'estrema delicatezza e comprensione
che usava nei rapporti. Era una persona molto carismatica e fu per
gran parte merito suo se la scuola divenne popolare in tutto il
Trentino. Significativo è il fatto che ancora oggi le vecchie classi della
ragioneria durante la presidenza del Dalponte si ritrovano a
testimoniare il clima positivo e di unità che si era creato al loro
interno.
Si
ricorda altri particolari episodi/aneddoti vissuti all'Arcivescovile?
Conosceva
tutti i nomi di ogni singolo ragazzo (erano più di 300!) e
instaurava un rapporto con ognuno di loro. La mattina accoglieva
dapprima i professori e poi gli alunni al di fuori della scuola.
Un
episodio significativo mi è rimasto impresso: accadde che un ragazzo
aveva sparato involontariamente all'interno dell'arcivescovile ad un
altro ragazzo ferendolo gravemente. Monsignor Dalponte corse in duomo
e si gettò letteralmente in preghiera sull'altare ed ebbe la grazia
visto che il ragazzo riuscì a cavarsela.
Ricordo
inoltre con piacere che ha 11-12 anni quando frequentavo le medie dell'Arcivescovile ci ha portato in Svizzera sul
lago di Costanza e ci fece assaggiare il pane nero con il miele
dai Pallotini; fu un esperienza eccezionale per l'epoca.
Nell'ultimo
periodo della sua vita, quando soffriva ormai di problemi di cuore
conservo un bellissimo ricordo di lui: durante le mattinate di
lezione lo si vedeva percorrere a lungo il piazzale
dell'arcivescovile mentre recitava il Rosario; era un bellissimo
esempio per i ragazzi.
Al
di là della scuola ha vissuto altre esperienze con mons. Dalponte?
Ho
accompagnato varie volte monsignor Dalponte in montagna. Amava
camminare e ancora a 70 anni talvolta camminava nei fine settimana.
Ricordo di averlo accompagnato al passo Pertica
per vedere i luoghi dove era stata vissuta la tragica vicenda di Leonhard Dallasega e di don Mercante, parroco di Giazza. Ricordo in
particolare in quell'occasione che scendendo da un sentiero a un
certo punto ruzzolò giù senza controllo per una decina di metri. Fu
molto strano perché il sentiero non presentava grossi ostacoli e non
sembrava che monsignor Dalponte fosse inciampato. Nonostante il
grande spavento riuscì tuttavia a proseguire la camminata.
Le
ha ancora parlato delle sue ricerche storiche?
Faceva
spesso riferimento nei suoi discorsi alle vicende storiche che stava
studiando. Era un grande appassionato di un particolare tipo di
storia: quella sconosciuta o che non era stata celebrata dalla storia
ufficiale; quella popolare legata alle vicende più piccole ma non
per questo meno importanti. Non a caso usava chiamare le sue ricerche
storiche “piccoli medaglioni”.
Vi
sono alcuni articoli pubblicati da monsignor Dalponte in cui
difendeva le scuole private. Ricorda di aver parlato con lui a questo
proposito?
Come
direttore ricordo che aveva tenuto due lunghi discorsi in difesa
della scuola privata che lui stesso aveva fondato. In particolare
alla fine della terza liceo e dopo gli esami di maturità; riteneva
che come lo stato sosteneva la lirica a maggior ragione doveva sostenere
anche una scuola libera dove un genitore potesse scegliere la scuola
a cui mandare il figlio.
Ci
può descrivere il legame del Dalponte con il mondo degli Schützen?
Era
senza dubbio un convinto sostenitore degli ideali degli Schützen e
collaborò con loro fino a poco prima della morte. Voleva chiarire a
tutti i costi la diffidenza che la gente nutriva verso il mondo
tedesco e verso gli Schützen (Il padre stesso di monsignor Dalponte
era molto scontroso nei confronti degli Schützen). In particolare
con numerose ricerche storiche mise in risalto lo spirito di
fratellanza che in molte occasioni andò ad instaurarsi tra gli
Schutzen e gli alpini durante la prima guerra mondiale.
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