in
Valle Lomasona - Dasindo di Lomaso
Stria
deriva
dal latino striga,
in italiano strega,
che nelle opinioni popolari del Medioevo si riteneva fosse una donna
maligna che aveva promesso la sua anima al diavolo in cambio di
straordinari poteri in vita, impiegati nel creare danni alla gente.
Si credeva che le streghe procurassero del male nei modi più
inverosimili e scatenassero volentieri tempeste e grandinate sulle
colture dei contadini.
Abitavano
nei fondovalle e nelle grotte delle montagne, sapevano trasformarsi
in animali, gatti, cani, serpenti, volpi. Erano in grado di volare a
cavallo di una scopa o di un bastone e rubavano bambini per cibarsene
con i demoni nelle notti di orgia. Con l'oscurità entravano anche
negli abitati e nelle case, dove le stanze si costruivano a livelli
diversi, perché questi esseri malefici potessero inciampare e
cadere.
Solo
la Croce di Cristo Salvatore poteva fermare il loro cammino.
Gli
antichi abitanti della Comunità Lomasina immaginavano che el
Bus della Giana,1 posto in alto sopra la Valle Lomasona, sulla parete Ovest di Monte
Casale, fosse l'abitazione della regina delle streghe. Eressero
pertanto una grande Croce di legno su uno dei dossi all'uscita dalla
valle, ed altrettanto fecero gli abitanti dell'Alto Bleggio
all'uscita della Val Marcia. Lo chiamarono el
dos dele strie:
fin lì potevano arrivare diavoli e streghe, ma non oltre.
Alla vigilia del Terzo
Millennio i giovani di Dasindo hanno sostituito la croce vecchia e
fatiscente con una nuova. Non per timore degli spiriti maligni della
Valle Lomasona o per rievocare le superstizioni degli antichi
abitanti; poveri e impotenti davanti ai malanni della vita, ma per
ricordare la loro fede. La Croce, per il cristiano, è strumento di
salvezza, è l'albero della vita. La sua presenza non è solo
memoria, è religione sempre viva e benefica.
Lorenzo Dalponte
Vigo Lomaso, 23 dicembre 1999
1."El bus dela Giana" è un antro ampio e profondo come una casa, posto sul fianco Ovest del Monte blestone. E’ antichissimo. Noto a tutti gli abitanti del Lomaso, anche ai più piccoli, è stato esplorato però solo da qualche coraggioso con doti alpinistiche, in quanto il suo accesso è situato proprio sulla parete di roccia sottostante il Monte San Martino e alto una quarantina di metri dal limite del bosco. Il toponimo risale molto probabilmente al tempo della dominazione di Roma, quando si fermarono in valle i primi colonizzatori romani. Essi portarono con le loro divinità anche il culto di Diana, la Dea della caccia, dei boschi e delle sorgenti. Diana è la forma più antica per Djana e Jana, con la “J” consonantica, che per legge fonetica si sarebbe trasformata in “G” perdendo la “D” iniziale, così come avvenne con “djurnalis” che diventò “giornale”. “BUS” deriva dal latino “buca” e “ bucus”, con il significato di apertura o antro. La Valle del Lomasone, così ricca di acque, di sorgenti e di foreste, dovette sembrare ai Legionari Romani il regno ideale di questa “Dea” e immaginarono la sua dimora nel misterioso antro. Da qui la denominazione tramandata nei secoli “del bus dela giana” o anche “bus dela vecia giana” per sottolineare l’antichissima derivazione di questo antro naturale.
(Notizie tratte dal sito http://www.festadellagricoltura.it/index.php/storia-leggende.html)
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