lunedì 25 febbraio 2013

La Schützenkompanie Giuseppina Negrelli


di Lorenzo Dalponte


Nell’autunno del 1996, quando sui mezzi d’informazione s’assisteva ad una grande fioritura di interventi sul bicentenario dello scoppio della Rivoluzione Francese, l’insegnante di una Classe Quinta della Scuola Elementare di Madonna Bianca a Trento m’invitò a parlare del Trentino durante le invasioni napoleoniche e della tragica insurrezione delle popolazioni italiane.
Io raccontai della resistenza opposta nelle nostre valli dalle Schützenkompanien, le Compagnie dei Bersaglieri Tirolesi, feci i nomi delle principali formazioni e dei loro capitani e quando passai a narrare alcuni episodi degli scontri, una bambina alzò la mano e mi chiese se fra i combattenti vi fossero anche donne. In risposta io accennai alle Marketenderinnen, alle Vivandiere ed ai loro preziosi servizi e volli ricordare il nome del capitano della Compagnia di Primiero Giuseppina Negrelli (1790 - 1842), sorella del famoso Luigi Negrelli (1799 - 1858).
Ora molti restano lietamente sorpresi alla notizia che nel Primiero, sotto il nome di “Giuseppina Negrelli”, si sta formando una nuova Schützenkompanie.
Perché un gruppo d’uomini ha deciso di unirsi in Compagnia? È una comparsa anacronistica la loro?
Certamente non solo per cameratismo o per farsi fotografare mentre marciano. Li unisce la volontà di rileggere le lezioni del passato e di far rivivere importanti capitoli di storia locale e trentina. Senza di loro, troppi fatti, troppe vicende storiche resterebbero nell’ombra.
Gli Schützen tornano perché non vogliono dimenticare. Si propongono di mantenere vivi il ricordo e la ricchezza delle tradizioni della loro terra.
Non accettano le disoneste manipolazioni e le distorsioni delle dure, toccanti, ammirevoli vicende delle passate generazioni da parte di chi comanda; vogliono conoscere la vita di quei contadini, di quei popolani da cui essi provengono. Non accettano che le preoccupazioni per l’oggi o per il domani facciano dimenticare il passato, anzi, varcando la soglia del Terzo Millennio, desiderano portare con sé il ricordo dei loro vecchi, ben visibili perfino nella confezione dello storico vestito.
Per gli Schützen l’inestimabile eredità che una comunità lascia alle giovani generazioni è la memoria storica.
Capitoli salienti di queste memorie sono gli scontri armati contro Napoleone ed i Francesi (1796 – 1810) e la mobilitazione dell’anno 1914 e poi dell’anno 1915, allorché l’Impero Asburgico, già impegnato contemporaneamente sul fronte serbo e russo, dovette sostenere anche quello italiano, ed inizialmente ne affidò la difesa agli uomini più anziani iscritti nelle Schützenkompanien. A Malga “Sadole”, sul Lagorai, si conserva tuttora una fontana, costruita dagli uomini di Primero nell’anno 1915.
Queste formazioni, per sé, non avevano funzioni militari. Si esercitavano, sì, all’uso delle armi da fuoco e al tiro al bersaglio, ma per ragioni sportive, come fanno gli Svizzeri ancora oggi. Fedeli ad una tradizione secolare, contribuivano a rendere solenni le feste principali dell’anno, partecipavano alle sagre ed alle funzioni religiose, sparando a salve per divertire la gente o per avvertirla dei momenti solenni delle messe domenicali, la lettura del Vangelo e l’Elevazione.
Oggi le Schützenkompanien si presentano con uno statuto chiaro, che le vincola all’osservanza di precisi impegni sociali e religiosi, che escludono visioni parziali o scelte politiche od adesioni partitiche: esse s’impegnano a testimoniare la fede in Dio, a difendere la famiglia come cellula primaria della società umana, a rispettare l’ambiente che li ha accolti e visti crescere, magari salvandolo da speculazioni private.
Hanno scoperto territori sconosciuti, ripercorso strade dimenticate, esaminato criticamente vicende sommerse dal disinteresse e dall’errore. Senza rivalse nazionalistiche. Anzi. In Trentino, rivalutando il contributo delle culture locali, sono state le Schützenkompanien a parlare per prime d’Europa e di Regione Europea.
S’interessano di cose antiche, dei capitelli lungo le strade poderali, perfino dei cimiteri, non solo quelli di guerra. Arricchiscono di cultura i loro incontri, organizzano feste ed attività sociali in aiuto agli anziani. Ricercando e raccogliendo materiale prezioso, tornano a far rivivere il patrimonio culturale e religioso delle valli.
La conca di Primiero ha tratto un forte vantaggio economico dalla presenza di tanti turisti che per un ricordo fotografico non colgono solo la bellezza dei suoi monti, ma anche il volto degli abitanti, il loro lavoro e le loro consuetudini. D’ora innanzi i graditi ospiti avranno un’occasione in più e potranno riservare un click anche per le simpatiche Vivandiere e per i disciplinati uomini della Schützenkomopanie “Giuseppina Negrelli” di Primiero.
Sono certo che il compianto maestro Luciano Brunet, uno dei fondatori del Centro Culturale “Voci di Primiero”, storico serio e scrupoloso nonché narratore chiaro e piacevole, avrebbe scritto pagine interessanti e stimolanti sul ritorno in valle degli Schützen. (Continua)



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