lunedì 25 marzo 2013

Sacerdoti del Collegio Vescovile


Nell'agosto del 1914, il Municipio di Trento requisiva l'edificio del Collegio Vescovile in via Madruzzo destinandolo all'alloggiamento dei Cacciatori Imperiali del III Reggimento (Kaiserjäger), che erano stati richiamati con la mobilitazione generale. 
Il 15 settembre veniva trasformato in ospedale di guerra, con 430 letti, con la presenza di 20 medici e 270 infermieri e l'assistenza del prof. don Germano Poli, facente funzione di cappellano militare. 
Naturalmente in autunno non si poterono riaprire le scuole. Gli alunni restarono nelle loro case e fu loro inviato un programma di studio, da curarsi privatamente o con l'aiuto di qualche parroco locale, in attesa di futuri esami. I sacerdoti insegnanti mantennero per qualche mese la residenza in collegio. Liberi dall'insegnamento, si prestarono in opere di vario genere, chi dando lezioni private, chi aiutando in cura d'anime, chi accettando Incarichi come docenti supplenti nelle scuole statali: i professori Cipriani e Pezzi ginnasio di Ala, il professor Bresco a Rovereto, i professori Gonzo, Less, Segata alla Imperiale Regia Accademia Commerciale di Trento. 
Con la dichiarazione di guerra dell'Italia e il conseguente trasferimento di decine di migliaia di trentini nelle regioni interne dell'Impero Austro-Ungarico fu reso noto a tutti i docenti il pressante invito del Vescovo mons. Celestino Endrici di rendersi disponibili per le nuove esigenze diocesane. Come risulta dalla cronaca del Collegio, scritta dal Rettore di allora don Giacomo Depellegrin, e completata da mons. Angelo Guadagnini1, il Vescovo Endrici si presentò nel refettorio dei docenti sul mezzogiorno della fine di maggio, accompagnato dal suo segretario personale e dal Vicario Generale, mons. Lodovico Eccheli, ed espresse ai professori presenti il desiderio che si prestassero anche loro per l'assistenza dei profughi. Avendo quasi tutti studiato all'università di Innsbruck, la loro presenza tra i profughi non avrebbe giovato solo a questi, ma sarebbe stata di grande aiuto ai confratelli diocesani, meno padroni della lingua tedesca. 
Otto insegnanti accettarono l'invito del Vescovo immediatamente e si dichiararono disposti ad accompagnare anche subito i profughi in partenza, o a raggiungere i luoghi dove i primi gruppi arrivati erano sprovvisti di sacerdote. (Continua)

1.Giacomo Depellegrin, Cronaca del Collegio vescovile, manoscritto presso la biblioteca diocesana A. Rosmini.

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